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Guida alle etichette dei detersivi: simboli, sicurezza e biodegradabilità

Utilizziamo quotidianamente molti prodotti per la pulizia per la casa, ma sappiamo davvero cosa contengono e se sono dannosi per salute e ambiente? Vediamo cosa ci dice l'etichetta di detersivi e detergenti, come leggerla e quali sono i prodotti meno dannosi.

Con il contributo esperto di:
13 marzo 2025

Leggere le etichette dei prodotti per la pulizia della casa è utile per fare scelte consapevoli, rispettose per noi e per l'ambiente. In media ogni settimana in casa utilizziamo una quindicina di prodotti chimici per pulire (ad esempio: lavastoviglie, brillantante, piatti a mano, lavatrice, ammorbidente, per delicati, anticalcare, vetri, sgrassatore, wc, bagno, pavimenti, forno, smacchiatore, sgorgatore).

È importante scegliere bene questi prodotti, perché alcuni ingredienti possono provocare reazione allergica cutanea, irritare le vie respiratorie, gli occhi o la pelle,o ancora possono essere nocivi se ingeriti o inalati. Un altro fattore da considerare è che questi prodotti possono essere persistenti, bioaccumulabili, scarsamente biodegradabili o tossici per l'ambiente acquatico con effetti a lunga durata.

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Importanza delle etichette nei prodotti chimici

I detersivi per la pulizia della casa sono prodotti chimici, composti fino al 90% di acqua e da una miscela di ingredienti che garantiscono l'efficacia lavante, la conservazione e la piacevolezza. Anche quando vantano la presenza ingredienti naturali, come lavanda, marsiglia, bergamotto o aceto, si tratta in genere di minime quantità (in genere meno dell'1%) e non sono i responsabili dell'efficacia del prodotto, ma spesso sono solo presenti come colorante e/o profumo.

In altri casi non si tratta di sostanze naturali, ma di ingredienti di derivazione naturale, i tensioattivi (sostanze lavanti) possono derivare da sostanze naturali, ad esempio dal cocco, ma devono prima essere lavorate e trattate chimicamente.

Naturale in ogni caso non significa benefico: molti olii essenziali sono frequenti cause di allergie. Allo stesso modo chimico non significa pericoloso: la maggior parte delle oltre 100.000 sostanze chimiche disponibili sul mercato è a basso rischio, alcune invece possono avere effetti indesiderati sulla salute e sull'ambiente.

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Ingredienti nei detersivi e nei prodotti chimici

Etichette prodotti chimici

I detersivi e detergenti per la casa devono sottostare al regolamento europeo sulla classificazione, etichettatura e imballaggio delle sostanze chimiche (detta CLP dall'acronimo inglese di classification, labelling and packaging).

L'etichettatura di tutti i prodotti chimici deve riportare obbligatoriamente:

• nome, indirizzo e numero di telefono del fornitore;
• quantità della sostanza o miscela contenuta;
• pittogrammi di pericolo, ove applicabile;
• avvertenze, indicazioni di pericolo, ove applicabile;
• consigli di prudenza;
• in casi specifici, chiusura a prova di bambino e avvertenza tattile.

Se usati correttamente, i detersivi hanno un livello di pericolosità limitato e non provocano particolari rischi per la salute. Devono però essere sempre usati con le dovute precauzioni. Prima di utilizzare un detersivo, infatti, è importante leggere attentamente l'etichetta riportata sulla confezione, seguire le istruzioni raccomandate per un corretto impiego e usare, se richiesto, dispositivi o indumenti di protezione (ad esempio, i guanti).

Etichette detersivi

Le etichette dei detersivi devono anche rispettare il regolamento europeo 648/2004, attualmente in fase di revisione. La legge non obbliga i produttori a riportare l'elenco completo degli ingredienti in ordine decrescente (in base alla quantità presente) come invece accade per i prodotti per la cura della persona, ma solo alcuni ingredienti:

Tensioattivi

In etichetta è indicato il tipo di tensioattivi (non ionico, anionico, saponi) e la loro concentrazione (indicata in range di %) all'interno del prodotto. I tensioattivi sono le sostanze lavanti, cioè quelle che rendono efficace il detersivo. Questa informazione è utile per capire se il prodotto è diluito (<5%) o concentrato (5-15%), ma non è possibile però sapere di quale sostanza lavante si tratti esattamente o se di origine naturale.

Esempio di detersivo diluito (contiene meno del 5% di tensioattivi)

Esempio di prodotto concentrato (contiene tra il 5 e il 15% di tensioattivi)

Profumo e Allergeni

Questa informazione è presente solo nei prodotti profumati o con olii essenziali che contengono una o più sostanze classificate come frequenti allergeni (come citronellol, linallol, limonene, etc) che servono per dare piacevolezza al prodotto. È utile per chi è allergico, per chi è sensibile o in caso di reazioni avverse durante l'uso. Via libera se si tratta ad esempio di un detersivo pavimenti (anche se, in genere, gli allergeni hanno anche un impatto ambientale negativo), ma sconsigliamo prodotti con lunga lista di allergeni per prodotti che vanno a contatto con la pelle come i detersivi lavatrice, gli ammorbidenti o i detersivi piatti a mano (anche se sarebbe meglio usare sempre i guanti). La presenza di profumo non porta necessariamente con sé allergeni: ci sono prodotti profumati senza allergeni.

Esempio di prodotto che contiene profumo e sette allergeni

Conservanti

L'informazione sui conservanti è presente solo nei prodotti che contengono sostanze (ad esempio phenoxyethanol, methylisotiazolinone, etc) utilizzate per mantenere in buono stato i prodotti stessi, che contenendo molta acqua potrebbero essere terreno fertile per la proliferazione batterica. La presenza di conservanti non è quindi di per sé un aspetto negativo, però alcuni (come i tiazolinoni) sono pessimi per l'ambiente e possono provocare reazioni indesiderate all'uomo. Nessun problema per la presenza di fenossietanolo nei detersivi (mentre lo sconsigliamo nei prodotti destinati ai bambini piccoli da applicare sulla pelle).

L'assenza di conservanti non significa che il prodotto non sia sicuro, perché alcuni detersivi sono in grado di autoproteggersi grazie ad una formulazione acida o basica che crea un ambiente sfavorevole alla proliferazione batterica o perché contengono ingredienti come alcol o biocidi che uccidono i batteri.

Esempio di prodotto con un conservante (Phenoxyethanol)

Altre sostanze

La legge prevede l'obbligo di riportare l'eventuale presenza di altre sostanze, come sbiancanti a base di ossigeno o cloro, fosfati, enzimi, sbiancanti ottici o disinfettanti. Si tratta di sostanze con funzionalità specifiche, presenti solo in alcune tipologie di detersivi, ad esempio quelli per la lavatrice. In generale la presenza di sbiancanti al cloro, sbiancanti ottici e disinfettanti peggiora l'impatto ambientale del detersivo.

Etichetta detergenti

I detersivi e i detergenti sono prodotti per pulire, a base di tensioattivi. In generale si definisce detersivo un prodotto lavante indicato per le pulizie della casa, mentre detergente è più utilizzato per i prodotti per la pulizia del corpo, ma alcuni produttori utilizzano il termine detergente anche per prodotti per la casa.

Tutti i prodotti per la pulizia, indifferentemente se si dichiarino detersivi o detergenti, se per pavimenti, lavatrice o vetri, sono obbligati per legge a riportare la stessa etichettatura. I detergenti per la casa devono sottostare alle stesse indicazioni dei detersivi riportate nei paragrafi precedenti (tipologia e percentuale di tensioattivi, eventuali allergeni e conservanti, eventuale simbolo di pericolo e avvertenze) seconda la normativa detersivi, mentre i prodotti detergenti per la persona devono seguire le indicazioni della normativa cosmetici.

Etichetta disinfettanti

I prodotti per la pulizia che vantano claim come "disinfettante" o "uccide il 99,9% dei batteri" non sono detersivi, sono definiti presidi medici chirurgici (PMC) o prodotti biocidi e si identificano con il simbolo di una croce rossa.

prodotti disinfettanti devono riportare in etichetta l'autorizzazione ministeriale, il nome del principio attivo e la percentuale; al contrario dei detersivi non riportano altre informazioni sugli ingredienti. In generale non è necessario disinfettare nelle nostre case, anzi è controproducente perché l'effetto dura poco e i biocidi - dannosi per la flora e la fauna - possono provocare resistenza nei batteri. In casa è sufficiente rimuovere meccanicamente lo sporco che fa da substrato ai batteri, con detergenti e detersivi a base di tensioattivi.

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Simboli comuni sui Detergenti

In Europa, il Regolamento CLP disciplina i simboli di pericolo, i consigli e le avvertenze per consentire l'uso sicuro dei prodotti chimici. In generale il simbolo di pericolo è evidenziato da un rombo rosso all'interno del quale è raffigurata la diversa tipologia di rischio. Un detersivo o detergente per la casa può riportare uno o più simboli di pericolo a seconda della concentrazione e tipologia delle sostanze chimiche che contiene. I prodotti meno aggressivi potrebbero essere privi di simbolo di pericolo e di avvertenze. Vediamo i simboli di pericolo presenti nei detersivi e detergenti per la casa:

Corrosivo

 

Cosa significa: indica la presenza di sostanze fortemente acide o basiche che possono provocare gravi ustioni cutanee e/o gravi lesioni oculari e/o corrodere i metalli.

Dove si trova: in detersivi e detergenti per la casa può essere presente negli anticalcare, prodotti per la pulizia del forno, detergenti wc, ammoniaca.

Attenzione

 

Cosa significa: indica un pericolo a cui stare attenti. Ad esempio: può irritare le vie respiratorie, provocare irritazione o una reazione allergica cutanea, grave irritazione oculare. Può anche essere associato ad una situazione specifica da evitare, ad esempio "nocivo se ingerito o se inalato".

Dove si trova: si trova su quasi tutti i prodotti per la pulizia della casa in particolare quelli concentrati.

Infiammabile

Cosa significa: contiene gas, liquido o aereosol infiammabile.

Dove si trova: bombolette sottovuoto, come pulitori forni o profumatori spray oppure solventi.

Pericoloso per l'ambiente

  

Cosa significa: tossico o molto tossico per l’ambiente acquatico, tossicità con effetti a lunga durata.

Dove si trova: disinfettanti, battericidi, detersivi concentrati.

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Codice UFI

Da Gennaio 2025, il codice UFI è obbligatorio sui prodotti con etichettature di rischio per la salute. UFI è l'acronimo di Unique Formula Identifier ed è un codice di 16 cifre che alcuni prodotti, classificati come pericolosi per la salute dal regolamento CLP sulla classificazione, l’etichettatura e l’imballaggio delle sostanze chimiche, devono riportare in etichetta.

A cosa serve

La funzione del codice UFI è quella di mettere in relazione le informazioni sul prodotto, i suoi impieghi, i suoi ingredienti e la sua tossicità. Il codice UFI è un elemento fondamentale da citare in caso di incidenti e avvelenamenti aventi per protagonista un prodotto chimico domestico. Grazie al codice UFI, gli operatori dei centri antiveleni possono accedere a tutte le informazioni importanti sul prodotto, e fornire più rapidamente supporto alle vittime di incidenti domestici.

Com'è fatto e dove si trova

Il codice UFI è un codice alfanumerico di 16 caratteri, disposto a blocchi di 4 numeri e lettere, separati da trattini. Viene stampato in maniera leggibile e indelebile, preceduto dall’acronimo in lettere maiuscole “UFI” sulla parte di etichetta destinata alle informazioni di sicurezza, come si vede nell'immagine sopra.

Su quali prodotti si trova il codice UFI?

Detersivi per bucato, lavatrice o lavastoviglie e ammorbidenti per tessuti riportano il codice UFI in etichetta, ma anche deodoranti per ambiente e candele profumate generalmente lo riportano. Anche prodotti per la pulizia e la manutenzione, sia per locali interni - come la cucina o il bagno - sia per spazi esterni - come terrazze o sentieri in pietra - sono tenuti a riportare il codice UFI.

Vernici e rivestimenti, combustibili, quali liquidi accendigrill e combustibili per lampade, ma anche miscele per sigarette elettroniche devono riportare il codice UFI.

Non c’è codice UFI, invece, sulle etichette di cosmetici come tinture e lacca per capelli, shampoo o nei prodotti farmaceutici, poiché sono regolati da leggi diverse.

Possono esserci prodotti con lo stesso UFI?

Sì, lo stesso codice UFI può essere condiviso tra più prodotti se la formula è comune. Per esempio, se un detersivo per il bucato viene venduto in diversi formati, tutti i flaconi avranno lo stesso codice UFI se la formulazione contenuta nei flaconi è la stessa.

Se un prodotto non ha l’UFI cosa significa? È fuorilegge?

No, non è detto. Il codice UFI deve essere presente se il prodotto contiene ingredienti pericolosi che possono nuocere alla salute nel caso di uso improprio del prodotto. Tra due prodotti simili (per esempio due marche di vernice o due detersivi per piatti) il codice UFI potrebbe comparire su un prodotto ma non sull’altro, se quest’ultimo non contiene alcun ingrediente che possa avere conseguenze sulla salute in caso di uso improprio.

Se non riesci a trovare il codice UFI, magari su un prodotto “di nicchia” come una vernice o un trattamento per superfici particolari, potrebbe essere perché le aziende avevano tempo fino all'inizio del 2025 per aggiungerlo alle etichette se il loro prodotto era già sul mercato prima del 2021. Potrebbe trattarsi di una scorta arretrata, ma l’UFI dovrebbe essere sempre più presente sui prodotti che sono tenuti a mostrarlo.

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Simboli volontari

In aggiunta ai simboli di pericolo obbligatori per legge, spesso si trovano sulle etichette dei detersivi anche alcuni pittogrammi raccomandati dall'associazione dei produttori di detersivi (AISE) e riportati sul portale Cleanright. Si tratta di simboli utili perché di immediata comprensione a tutti, e ne premiamo la presenza (volontaria) sulle etichette che analizziamo per i nostri test. Qui riportiamo quelli più diffusi sui detersivi per la pulizia della casa:

Non travasare

  

Lavarsi le mani dopo l'uso

 

Evitare il contatto con gli occhi

 

Non mescolare con altri prodotti

 

Tenere lontano dalla portata dei bambini

 

Non ingerire

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Differenza tra etichetta e scheda di sicurezza

Il Regolamento detergenti stabilisce che l'etichetta di un detersivo debba anche includere tutte le informazioni utili al consumatore per un utilizzo consapevole. Gli elementi obbligatori in etichetta sono:

  • denominazione e marchio commerciale del prodotto;
  • tipologia del prodotto, (ad esempio, detersivo per i piatti, per il bucato, ecc.);
  • quantità di prodotto contenuto nella confezione, (espressa in chilogrammi o in litri);
  • dati del responsabile dell’immissione del prodotto sul mercato, indirizzo, numero di telefono;
  • eventuale simbolo di pericolo con avvertenze e consigli d’uso;
  • informazioni sugli ingredienti (non l’elenco completo, ma, come abbiamo visto nei paragrafi precedenti, tipo e % di tensioattivi, eventuali allergeni e conservanti e alcuni altri ingredienti, sbiancanti, enzimi, fosfati, etc);
  • indirizzo web con elenco dettagliato di tutti gli ingredienti del prodotto in ordine decrescente secondo il linguaggio internazionale INCI.

La scheda di sicurezza è invece un documento tecnico previsto dal regolamento europeo sulle sostanze chimiche REACH che accompagna il prodotto lungo tutto il ciclo di vita, viene redatto dal produttore e serve all'importatore o al distributore per redigere correttamente l'etichetta sulla confezione del prodotto immesso sul mercato. Contengono informazioni sullo stoccaggio e il trasporto, ma anche dettagli sugli ingredienti e la conservazione, i pericoli e la sicurezza. La scheda di sicurezza non è indirizzata al consumatore, le informazioni per il consumatore, estrapolate dalla scheda di sicurezza, sono riportate in etichetta.

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Certificazioni di biodegradabilità

I detergenti contengono, come abbiamo visto, tensioattivi, cioè sostanze che permettono di pulire in modo efficiente ma che possono danneggiare la qualità dell'acqua quando sono rilasciati nell'ambiente naturale. Pertanto, occorre controllarne accuratamente l'utilizzo.

Il regolamento attualmente in vigore autorizza unicamente l'immissione sul mercato dei tensioattivi che soddisfano specifici criteri di biodegradabilità. Tutti i tensioattivi ammessi nei detersivi dopo l'uso sono in grado di deteriorarsi, la differenza sta nella facilità e rapidità con cui si degradano: la presenza della dicitura "tensioattivi biodegradabili" non è una garanzia di minor impatto.

In generale si può pensare che tensioattivi di origine vegetale (ad esempio provenienti dal cocco o dalla canna da zucchero) siano più facilmente e rapidamente biodegradabili di quelli sintetici, ma questo non è sempre vero: se un tensioattivo di origine naturale è "etossilato", ad esempio, sarà difficilmente biodegradabile tanto quanto un tensioattivo di origine petrolchimica. L'unico vantaggio che un tensioattivo di origine vegetale può avere è di provenire da materia prima rinnovabile, ma questo non basta a definirlo inequivocabilmente "sostenibile".

L'informazione sul tipo di tensioattivo e sulla sua origine non sono facilmente reperibili dalla composizione in etichetta e neanche dalla lista completa degli ingredienti. Per la ricerca di detersivi a basso impatto ambientale possono aiutarci alcuni loghi presenti in etichetta. Riportiamo quelli che, sulla base della nostra esperienza nei test, sono i più diffusi e utili per i consumatori:

EU Ecolabel

 

Ecolabel europeo che garantisce il basso impatto ambientale dei detersivi, dalla produzione a fine vita, e stabilisce una lista delle sostanze che non possono essere utilizzate (DID list).

Nordic Swan

 

Nordic Swan è l'ecolabel nordico che si basa su criteri standard specifici per i diversi tipi di detersivi e limita la presenza di alcune sostanze dannose per l’ambiente.

Blue Angel

  

Blue Angel è l'Ecolabel tedesco che si basa su standard certificati e su liste di ingredienti non ammessi per garantire un basso impatto ambientale.

Altri marchi privati

 

Alcuni marchi di certificazione sono privati, cioè - al contrario dei tre Ecolabel citati prima - non sono stati stabiliti a livello istituzionale, ma da aziende e/o associazioni che hanno determinato un proprio standard e offrono certificazioni alle aziende.

In generale i marchi green privati non possono essere confrontati tra di loro, alcuni mettono più attenzione sugli aspetti ambientali, altri etici o di tollerabilità cutanea.

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I nostri consigli

La maggior parte dei detersivi se usati correttamente è a basso rischio, ma è importante - oltre a leggere le avvertenze riportate sull’etichetta - seguire alcuni accorgimenti:

  1. tenere lontano dalla portata dei bambini;
  2. non travasare in altri contenitori;
  3. non mescolare diversi prodotti;
  4. chiudere il tappo di sicurezza se presente o la chiusura on/off sugli spruzzino;
  5. usare i guanti e indossare gli occhiali se necessario;
  6. non mangiare, bere o fumare durante l’utilizzo;
  7. non superare le dosi consigliate e i tempi di applicazione;
  8. in caso di contatto con la pelle o gli occhi sciacquare abbondantemente con acqua;
  9. aerare spesso i locali, soprattutto se usate prodotti spray;
  10. in caso di ingestione accidentale contattare il centro antiveleni. Il sito del ministero della salute riporta l’elenco e i contatti.

E per finire qualche consiglio per essere “eco” nella scelta e nell’uso dei detersivi:

  • maggior dose non vuol dire maggior efficacia, ma spreco e inquinamento;
  • usare pochi prodotti e preferire i concentrati, i questo modo si riducono gli imballaggi, si trasporta meno acqua, il prodotto contiene meno conservanti;
  • naturale non è sinonimo di sicuro e l’aggiunta di ingredienti naturali non modifica necessariamente l’efficacia del prodotto, ma molti profumi naturali rientrano nelle formulazioni e sono spesso allergeni;
  • pulizie regolari e frequenti rendono possibile avere ottimi risultati con prodotti meno aggressivi;
  • pulire è importante, disinfettare no: i biocidi sono inutili ed inquinanti;
  • i prodotti certificati Ecolabel, Nordic Swan e Blue Angel hanno un ridotto impatto ambientale.
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